Quella di oggi è una sfida che ci viene lanciata.
a ciascuno di noi viene data la grazia per poterci stare davanti:
- il nostro corpo non è più segno di finitezza proprio perchè destinato all’eterno: sappiamo che la nostra morte è segno di rinascita.
- questa posizione ridà al tempo\istante\corpo il vero significato: ci libera dalla prigione del limite (“ha portato con sé i prigionieri”) e ci impedisce di soffocare.
Un’intera nottata / buttato vicino / a un compagno massacrato
con la sua bocca / digrignata/ volta al plenilunio
con la congestione / delle sue mani / penetrata / nel mio silenzio
ho scritto / lettere piene d’amore. Non sono mai stato tanto attaccato alla vita
(Veglia, Ungaretti)
- L’amore afferma\desidera l’eterno! Cristo, con la sua morte\donazione e risurrezione, ci ha parlato di questo amore eterno…e ci ha parlato con il corpo, con tutto di sé.
- In vista di questa pienezza d’amore è costruita tutta l’esistenza umana. Se la morte è la rottura dell’amore - la resurrezione è la vittoria dell’amore/comunione/dei legami.
Il corpo (mortale) non diventa più una obiezione, un impaccio: diventa la strada, il modo in cui sono chiamato a rispondere a ogni istante riempito da questo Amore