La parola “Vocazione” è come l’Aprile descritto da questi versi di Elliot:
"Aprile è il più crudele di tutti i mesi.
Genera lillà dalla terra morta,
mescola memoria e desiderio,
desta radici sopite con pioggia di primavera.”
Siamo chiamati a vita piena…una vita storica, che ha una forma!
• Si parte dall’evidenza che io ci sono, che sono stato chiamato alla vita. La parola vocazione racchiude in sé innanzitutto Colui che chiama, che ha il potere di portare all’essere ciò che non è.
• Di fronte alle difficoltà e alle contraddizioni delle nostre giornate, di fronte all’esperienza del male e del dolore, possiamo correre il rischio di smarrire il dialogo con Colui che ci fa, che ci crea continuamente.
• Perdiamo la coscienza di noi stessi e possiamo cadere nella disperazione o, più semplicemente, nella stanchezza, nell’indifferenza. Chi ti fa risentire vivo e ti fa sperimentare nella carne ciò che il Vangelo ci ha detto e cioè: «Tu non vieni dal nulla e non vai verso il nulla, ma all’opposto, vieni da Dio e vai verso di lui. Sei suo». LUOGO DOVE SONO AMATO
•Una volontà, attraverso segni, circostanze, storia, incontri… mi ha chiamato dal nulla perché mi ama, e vuole che sia davanti a lui una persona libera e amante.
•Perciò mi corregge, mi richiama, mi fa passare anche attraverso il buio per riconsegnarmi alla luce…MI RICONSEGNA ALLA MIA LIBERTÁ…che per mantenersi tale diventa forma, storia, che sa di totalità: verginità per il Regno-matrimonio…cioè dove prende carne l’essere una sola cosa con Dio…
”Io e il Padre siamo una cosa sola”